Non è piaciuta al sindaco Rinaldo Melucci la decisione del Ministero della Transizione ecologica di affiancare Ilva in amministrazione straordinaria e ArcelorMittal nel ricorso contro la sentenza del Tar di Lecce davanti al Consiglio di Stato.
E tantomeno sono piaciuti alcuni passaggi della memoria in difesa delle ragioni della produzione del ministro Roberto Cingolani. Secondo il Mite, “il Tar Lecce, senza il dovuto approfondimento tecnico e con un giudizio che assume probabilistico, sembra aver valutato, come ormai incontrovertibile un rapporto tra emissioni inquinanti e determinate patologie che, a ben vedere, sono attualmente in corso di accertamento nel processo penale Ambiente svenduto”.
In sintesi, secondo la tesi del Ministero rappresentato da Cingolani non è provato il nesso causale fra tumori ed emissioni inquinanti dell’acciaieria. “Credo che in soli due mesi il ministro Cingolani abbia già offerto un campionario notevole di dichiarazioni ed iniziative molto sgradevoli sull’ex Ilva, dandoci il segno -sostiene il primo cittadino- che abbia una concezione assai singolare della transizione ecologica e del suo ruolo all’interno di un governo, che lo stesso premier Draghi ha definito ambientalista all’atto dell’insediamento. Ciò che fa più male -sottolinea Melucci- è sentire parlare di pregiudizi ideologici, dopo anni di tavoli istituzionali e di studi scientifici indipendenti, è un insulto ai tanti che qui si ammalano, in età sempre più giovane. Il Comune di Taranto aveva già chiaro da tempo che l’ex Ministero dell’Ambiente non era un alleato in questa battaglia di civiltà e per la qualità della vita dei cittadini. Oggi cambia perciò poco, proviamo solo imbarazzo per chi interpreta a questa maniera le istituzioni repubblicane. E andiamo certamente avanti, se possibile persino con maggiore convinzione, sulla strada della difesa della salute dei tarantini”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Angelo Bonelli: “Dopo aver autorizzato le trivellazioni, il MITE guidato da Roberto Cingolani attacca il Tribunale amministrativo di Lecce perché, scrive nella memoria inviata al Consiglio di Stato, la decisione del Tar di accogliere il ricorso del Sindaco di Taranto sembra animata più dal pregiudizio ideologico che da un concreto esame giuridico dell’attività del ministero, usando parole che ricordano quelli di famosi politici come di Silvio Berlusconi o di Matteo Salvini. Il ministero ex ambiente oggi Transizione ecologica invece di intervenire per riportare nella norma di legge gli sforamenti e di prevedere il monitoraggio di sostanze come naftalene e particolato Pm10 e Pm 2,5 attacca chi, come il Comune di Taranto, chiede il rispetto dei limiti di legge sull’inquinamento”.
“Nella memoria –continua il coordinatore nazionale dei Verdi– il Ministero guidato da Cingolani afferma che non è dimostrato che la mortalità a Taranto sia legata all’inquinamento, dimenticando volutamente che diversi studi scientifici hanno analizzato questo aspetto, per esempio lo studio Sentieri dell’Istituto Superiore di Sanità”. “Il ministero di Cingolani, – è la frecciata di Bonelli, – si iscrive volontariamente al lungo elenco di negazionisti del rapporto tra inquinamento e mortalità della città tarantina come lo fu, ad esempio, nel maggio del 2014 l’allora commissario straordinario Ilva Enrico Bondi il quale, in una memoria inviata al Tar di Lecce, ribadiva ‘l’insussistenza di qualsiasi nesso di causalità’ tra i tumori e le attività industriali dell’Ilva e che a Taranto ci si ammalava di tumore per le sigarette e non per le emissioni nocive della fabbrica: questa sciocchezza, un vero e proprio insulto, fu messa nero su bianco”. “Il ministro dimentica che la Corte Europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver messo a repentaglio la salute dei tarantini sul caso Ilva. A questo punto, chiedo una sola cortesia: non chiamatelo più ministero della transizione – con-clude il ecologica ma della finzione ecologica”. La decisione del Consiglio di Stato sullo spegnimento degli impianti inquinanti è prevista il 13 maggio prossimo. (TarantoBuonasera)
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