Ius soli e voto ai sedicenni. Il segretario ha detto due cose che sembrerebbero di sinistra.
Enrico Letta, torna alla guida del Partito Democratico nel difficile tentativo di ritrovare una linea di unità tra le macerie di una forma partito che non tiene più. Le sue parole sono profonde e a quello che appare, politicamente sincere:«Se diventiamo il partito del potere, noi moriamo. Dobbiamo essere il partito della prossimità».
Dalla sua, il PD ha una lunga storia politica, ha uomini di una certa provata competenza, capaci di fare anche la differenza, nell’attuale maggioranza, che per ora appare a trazione destrorsa. Con buona pace di Letta e delle sue migliori intenzioni, tuttavia, partito di potere, il PD, sembra esserlo diventato da troppo tempo, almeno da quando ha perso l’identità di un sogno, che non è riuscito ad adeguare alla realtà che cambiava.
Ora dovrà ricominciare tornando sul territorio e confrontandosi con una società che non comprende più, dilaniato da lotte intestine.
Un orizzonte ci sarebbe da cui ripartire, ma come al solito è più facile da immaginare, che da realizzare compiutamente. Bisognerebbe scendere nelle realtà marginali, quelle che il PD ha progressivamente abbandonato, lasciando una prateria alla destra estrema, quelle fatte di lavoratori precari, poveri italiani, ed immigrati. Il PD deve scendere a Gomorra. Deve tornare a sentire le periferie e le frontiere nascoste, che spesso sono presidiate soltanto dai parroci e dalle organizzazioni di volontariato.
È questa la sfida da accettare, da vincere; dettando soluzioni ai problemi complessi e non inventandosi slogan come fa la destra e i populisti.
È difficilissimo. Ma è fondamentale. Non è facile prevedere se Letta possa farcela. Un volto mi viene in mente: lui si chiama Piersanti Mattarella, suo nonno fu ucciso con un delitto di mafia e forse di Stato.
Da dove vieni, la famiglia che hai, la storia di cui ti sei nutrito, il nome che porti dice chi sei. Non è vero che uno vale uno. Il teorema Grillo ha vinto ma sta lì miseramente a dimostrare il proprio fallimento.
Piersanti Mattarella. Lui è un avvocato, è siciliano, è giovane, preparato e competente. Vorremmo che il futuro dell’Italia avesse i suoi occhi, nel PD o altrove. Per una Nuova e Vera sinistra, finalmente diventata adulta. Senza bisogno di demonizzare gli avversari, ma proponendo un modello compiuto di welfare e di economia. Perché no, forse anche per un nuovo Sud. Finalmente.
Michele Pacciana
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